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emanuele fiore

Emanuele Fiore è nato a Torino, il 4 Ottobre 1987. Cresciuto in una modesta e conservativa famiglia italiana, a 18 anni si trasferirsce a Milano per intraprendere la carriera di modello. I successivi anni sono un susseguirsi di viaggi, lavori per famose riviste e marchi di moda, passerelle. Nel 2015 decide di metter radici nel paese dalle stelle e strisce e, sperimentando la sua passione per la macchina fotografica, questa volta si posiziona dietro all’obbiettivo.

Potrebbe essere considerato un outsider nel mondo dell’arte, un fotografo nel campo della moda e della pubblicità.

Lui, più semplicemente, motiva la sua scelta spiegando di aver scelto agli suoi esordi questi due campi perché erano gli unici settori che gli avrebbero permesso di vivere coltivando la sua grande passione: la fotografia.

Lavorare nel mondo della moda e dello star system permette a Fiore di conscere quel mondo patinato che noi siamo abituati a vedere solo attraverso le copertine dei settimanali di moda. Passerelle, tacchi vertiginosi, capi firmati, sono solo la superficie di una realtà che, a ben guardare, nasconde molto altro. Il lusso predonima, il copro diventa un oggetto da sfruttare a proprio vantaggio, il denaro è un must.

Scatti minimal, inquadrature semplici, provocatorie, forse eccessive: lo stile di Fiore si riconosce già dopo uno sguardo fugace. Ironia, glamour e ideali sovvertiti si fondono nelle sue opere spesso considerate trasgressive, a causa del sottile equilibrio tra denuncia e schiettezza disarmante su cui si muove nel rappresentare la società di oggi.

Le foto vengono scattate in un ambiente naturale, in cui è lo stesso artista a mettersi a nudo. Dietro e davanti all’obbiettivo.

E dove non arriva la fotografia ci pensa la pittura. Ogni media è buono per sperimentare, ogni immagine per denunciare una società in cui sono conoscenze e raccomandazioni a definire chi sei; un mondo onnivoro in cui o dimostri di essere il più forte, con qualsiasi mezzo a tua disposizione, o sei schiacciato.

Un progetto che fonde arte, disegno, fotografia, ambiente e voglia di riscatto; che associa il reportage di denuncia a disegni dal tratto quasi infantile, per richiamare l’attenzione su alcune situazioni di criticità sociali e culturali ed interpretabili come manifestazioni tangibili di più ampie problematiche della civiltà contemporanea ed al rapporto dell’uomo con il suo stesso essere.

IT DOESN’T MATTER HOW YOU GET THERE,
AS LONG AS YOU MAKE IT