Hustle è una disturbante collezione fotografica in cui cinismo e cruda realtà fanno da padrone.
Scatti dallo stile semplice, diretto, immediato e senza fronzoli comunicano un messaggio chiaro, a volte disarmante.
Hustle è una disturbante collezione fotografica in cui cinismo e cruda realtà fanno da padrone.
Scatti dallo stile semplice, diretto, immediato e senza fronzoli comunicano un messaggio chiaro, a volte disarmante.
Le scene sono reali, create dallo stesso artista che si mette a nudo in ambientazioni surreali. Dietro ai soggetti, prevalentemente sessuali, si nasconde una sferzata alla società americana con le sue contraddizioni, finzioni e narcisismi. Noi, disposti ad ogni compromesso pur di raggiungere i nostri obiettivi in un mondo onnivoro e ricco di condizionamenti. Sesso come segno dei tempi ed arma a doppio taglio, noi oggetti di desiderio usa e getta.
Passando di fotogramma in fotogramma impossibile non cogliere in queste fotografie un richiamo alla vita metropolitana e alla sofferenza e solitudine interiore che spesso porta con sé. La perfezione esterna, data dalla plasticità del corpo e all’utilizzo di beni di lusso, viene contrapposta all’esplosione di un’interiorità che si vuole negare come parte di sé. Viviamo in un’epoca in cui l’angoscia è demolitiva, con una divisione netta tra ciò che appare e ciò che si è veramente. La conseguenza di questo stato va da sé, cioè uno squilibrio interiore e l’incapacità di avere col prossimo un rapporto che va oltre la superficialità.
Il progetto documenta come, caratteristico di un disagio metropolitano, viviamo in un mondo caotico e pieno di stimoli ma siamo più soli che mai. Scatti che fanno riflettere e pensare, che ci ergono peggiori nemici di noi stessi. Fermi immagine che mettono a nudo la falsa perfezione da cui siamo normalmente circondati. E le giustificazioni non mancano. Innanzitutto i ritmi lavorativi, poi la stanchezza, la necessità di eccellere e di dimostrare di essere migliori degli altri in un mondo che non lascia spazio ad errori. Tutto è lecito per arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissati. Si innesca così una spirale senza fine in cui diventiamo oggetti passivi di un mondo padrone: favori sessuali per il raggiungimento di uno stato di benessere con il minor sforzo possibile, utilizzo del corpo come merce di scambio, bellezza come unico fattore di valutazione.
Emanuele Fiore in maniera pungete e puntuale si interroga e documenta, partendo dal proprio vissuto, la società attuale che sembra essere dominata da ben precisi paradigmi estetici, vestimentari, relazionali e lavorativi, trasversali a tutte le età e alle diverse possibilità economiche e culturali.
Di questo variegato universo, quattro aspetti sembrano essere particolarmente al centro degli immaginari e dei discorsi contemporanei: la bellezza, il corpo, la moda e i soldi.
La bellezza fisica, un tempo considerata dono divino o della natura, oggi è sempre più percepita come il sapiente risultato di molteplici tecniche di manipolazione corporee (diete, interventi chirurgici, cosmesi, attività sportive, tatuaggi, piercing ecc.) che divengono parte integrante della pianificazione dell’esistenza e degli stili di vita da parte dell’individuo.
Il corpo diventa, dunque, oggetto e soggetto di scelte e di opzioni. E’ un progetto di cura ed addestramento su cui investire risorse, tempo ed energie affinché possa essere il supporto più efficace per la definizione e l’esibizione dell’identità personale e sociale.
Al tempo stesso la moda diventa una forma di estetica popolare, cui è difficile sottrarsi. Se in alcuni casi aiuta gli individui a definire la propria individualità, nella maggior parte delle situazioni li porta solo ad emulare la massa. Ecco che così tutto ciò che crediamo bello e che vogliamo a tutti i costi non è altro che una scelta stilistica sapientemente orchestrata da un burattinaio invisibile che decide cosa è bello e cosa deve piacere, chi siamo e chi dobbiamo diventare. Quello che nasce come mezzo per distinguersi ed esprimersi diventa lo strumento perfetto per diventare invisibili.
I soldi, presentati come Dio padrone dell’età contemporanea, possono tutto. Perché in un mondo dominato dal consumismo, tutto può essere comprato, basta solo attribuirgli un valore. Noi stessi inclusi.
In questa collezione sono raccolti documenti dell’epoca contemporanea che manifestano trasformazioni sostanziali in atto, attraverso piccoli estratti di vita quotidiana. L’autore scuote e fa pensare ed intende documentare questo periodo storico portando una domanda al nostro tempo presente: “Cosa ne faremo del futuro?”.
2018